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Kumbh di Roberto Manfredi

Kumbh di Roberto Manfredi

La Grande Festa Del Vaso
Si narra che il dio Vishnu, dopo aver sottratto l’urna (Kumbh) ricolma dell’amrita, l’acqua della vita eterna, durante una battaglia tra dei e
demoni che se la contendevano, fuggisse lasciando cadere accidentalmente quattro gocce di amrita.

I quattro luoghi dove caddero le gocce, così benedetti, divennero le sedi del più grande raduno religioso dell’India e del mondo: il Kumbh Mela.
Le posizioni degli astri nello zodiaco decidono il momento in cui si deve tenere il Kumbh Mela e la sua importanza. Il Maha Kumbh Mela, che si tiene ogni 12 anni è il maggiore, seguito dopo 6 anni dall’Ardha Kumbh Mela, mentre è più frequente, e meno importante, il Purna Kumbh Mela.

All’Ardha Kumbh Mela che si tenne nel febbraio del 2019 a Prayagraj (già Allahabad), secondo le cifre ufficiali i pellegrini furono 150 milioni, con una concentrazione di 40-50 milioni di persone presenti contemporaneamente nei giorni più sacri, quelli durante i quali ho scattato queste foto.

Al Kumbh si arriva con la famiglia, spesso con tutto il villaggio, con il necessario per soggiornare alcuni giorni: tende, pagliericci e coperte per dormire, viveri e bevande, fornelli e bombole per il gas, stoviglie per cucinare. Fiumi di persone, a tutte le ore del giorno e della notte, attraversano i ponti galleggianti sul Gange per entrare nell’area della festa, portando sulle spalle le loro masserizie.
Al Kumbh si dorme, si cucina e si mangia, e soprattutto si fanno i bagni rituali nelle sacre acque che lavano dai peccati, nel periodo in cui la loro azione purificante è massima.

Ma le superstar del Kumbh sono i Naga Sadhu, gli asceti nudi eredi una setta shivaita di monaci guerrieri, sorta per combattere contro i musulmani e gli inglesi. Alla processione con cui si recano alle abluzioni nelle ore clou del Kumbh è riservata la precedenza assoluta. Sfilano tra ali di folla con cipiglio minaccioso, nudi e cosparsi della cenere prodotta (si dice) durante la cremazione di corpi umani, fino ad arrivare sulle sponde del Gange dove, tra grandi clamori, si tuffano.

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