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Tommaso Stilla China

Tommaso Stilla China

The awareness of the existence of a superstructure of universal moral principles, a nemine harmere elevated to an ethical and moral principle valid for all men, and which transcends and pervades individual cultures, has conditioned all my travels, directing my photographic research towards the discovery of that fantastic world, still genuine and authentic, steeped in magic and religion,  which risks dissolving under the pressure of the great processes of secularization and globalization and, for Chinese minorities, due to the pressure exerted by that of sinicization.

I have always considered photography the tool with which to convey, with the dissemination and sharing of images, the existence of worlds, cultures, civilizations and life perspectives alternative to ours. 

And photography can become a decisive actor capable of defusing the potential conflicts inherent in prejudices and in the different ways in which ethnocentric culture is declined. In this series of photos about China there are not the famous cities of China, but the little-known one, with a cultural heritage over a thousand years old, where the ways of producing and living remain linked to the past and the rules of traditions still dictate time and mark the rhythm of daily life.

 You will find the rice terraces of Longji Titian in Guanxi and the colorful ones of Yunnan. The rice terraces are a testament to the work and works carried out by human ingenuity. Man has managed to make a territory characterized by steep slopes cultivable and to shape the mountains with works of rural engineering.

Fishermen with cormorants and two photos of the peasant world of Yunnan, where agriculture is still practiced with the help of draft animals.

This series of photos is taken from two photographic books on China: “Diary of a journey. From rural China to Shanghai” and the other “China: from rural Yunnan to the parks of Gansu”, soon to be released, with which, precisely, I intend, in my own small way, to contribute to the dissemination of culture and distant civilizations through photography.

CINA

La consapevolezza dell’esistenza di una sovrastruttura di principi morali universali, un ne­mine ledere elevato a principio etico e morale valido per tutti gli uomini, e che trascende e pervade le singole culture, ha condizionato tutti i miei viaggi, dirigendo la mia ricerca fo­tografica verso la scoperta di quel mondo fantastico, ancora genuino e autentico, intriso di magia e di religione, che rischia di dissolversi sotto la spinta dei grandi processi di secolariz­zazione e globalizzazione e, per le minoranze cinesi, per la pressione esercitata da quello di sinizzazione.

 Ho sempre considerato la fotografia lo strumento con il quale veicolare, con la diffusione e la condivisione delle immagini, l’esistenza di mondi, culture, civiltà e prospettive di vita alternative alle nostre. 

E la fotografia può diventare un attore determinante in grado di disinnescare i potenziali conflitti connaturati nei pregiudizi e nei diversi modi in cui la cultura etnocentrica è declinata. In questa serie di foto sulla Cina non ci sono le città famose della Cina, ma quella poco conosciuta, con un patrimonio culturale ultramillenario, dove i modi di produrre e di vivere restano legati al passato e le regole delle tradizioni dettano ancora il tempo e scandiscono il ritmo della vita quotidiana. Troverete le terrazze di riso di Longji Titian nel Guanxi e quelle colorate dello Yunnan. Le terrazze di riso sono una testimonianza del lavoro e delle opere realizzate dall’ingegno umano. L’uomo è riuscito a rendere coltivabile un territorio caratterizzato da ripide pendenze e a modellare le montagne con opere di ingegneria rurale.

I pescatori con i cormorani e due foto del mondo contadino dello Yunnan, in cui l’agricoltura è praticata ancora con l’ausilio degli animali da tiro.

Questa serie di foto è tratta da due libri fotografici sulla Cina: “Diario di un viaggio. Dalla Cina rurale a Shanghai” e l’atro “Cina: dallo Yunnan rurale ai parchi del Gansu”, di prossima uscita, con i quali, per l’appunto, intendo, nel mio piccolo, contribuire alla diffusione della cultura e delle civiltà lontane attraverso la fotografia.


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