Close

Daniela De Rosa – A Rom House

Daniela De Rosa – A Rom House

“Thank you very much, thank you very much”. These are the only words he can say in Italian. He learned them by coming to Italy, where he goes a couple of times a year to beg, when the family needs money. It is a Rom family, made up of the usual elements that run through several generations, from the patriarch to the 15-year-old boy, the youngest. They receive us in the porch of their house, but they are happy to show us the living room, furnished and decorated, where no one ever sets foot. We all live and sleep in one room and the large living room, with its green upholstery and purple curtains, is used to show it to friends.

They are boilermakers, men. Which is the official profession of the Transylvanian Roma. That is, they work small pots, milk jugs, copper bowls with a hammer. They place them along the road and sell them, or try to sell them, to passing motorists. I don’t know how lucky it is because in Romania, as well as in Italy, the Roma are not looked upon favorably.

During the afternoon we spend together, in addition to the “thank you very much” that the lady repeats to me continuously even when there is nothing to thank me for, they explain to me that the son of the patriarch, a man apparently very old and with a long white beard, has recently died. It was the Covid period and the rules did not require the body to leave the hospital.

 But is it possible that in a self-respecting Roma family a funeral wake is not organized with friends and relatives, so many? It was enough to pay a little here and a little there – nurses, doctors – and it was allowed to take the body home, as tradition dictates. Of course, all this had a cost: 10,000 euros, explains the man of the house (you can immediately understand who is confident, from the fact that he commands all the others). What is not clear is how 10,000 euros are raised by selling copper pots. But that’s another story.

Just as it is another story that of the boy’s engagement, promised at 15 and left by his girlfriend. It doesn’t look like it’s being knocked down. Perhaps he knows that a broken engagement means monetary compensation, a rich compensation for the family.

“Grazie mille, grazie mille”. Sono le uniche parole che sa dire in italiano. Le ha imparate venendo in Italia, dove va un paio di volte all’anno a chiedere l’elemosina, quando la famiglia ha bisogno di soldi. È una famiglia rom, composta dai soliti elementi che percorrono varie generazioni, dal patriarca al ragazzino di 15 anni, il più giovane. Ci ricevono  nel porticato di casa loro, ma sono ben contenti di farci vedere il salotto, arredato e decorato, dove nessuno mette mai piede. Si vive e si dorme tutti in una stanza e il grande salotto, con la tappezzeria verde e i tendaggi color porpora, viene usato per mostrarlo agli amici.

Fanno i calderai, gli uomini. Che poi è la professione ufficiale dei Rom di Transilvania. Cioè lavorano di martello piccole pentole, bricchi per il latte, ciotoline di rame. Li dispongono lungo la strada e li vendono, o cercano di venderli, agli automobilisti di passaggio. Non so con quanta fortuna perché anche in Romania, così come in Italia, i Rom non sono visti di buon occhio.

Nel corso del pomeriggio che passiamo insieme, oltre al “grazie mille” che la signora mi ripete in continuazione anche quando non c’è nulla di cui ringraziarmi, mi spiegano che il figlio del patriarca, un uomo all’apparenza molto anziano e con una lunga barba bianca, è morto da poco. Era il periodo del Covid e le regole non prevedevano che il corpo lasciasse l’ospedale.

 Ma è mai possibile che in una famiglia Rom che si rispetti non venga organizzata una veglia funebre con amici e parenti, tantissimi? È bastato pagare un po’ qui e un po’ là – infermieri, dottori – ed è stato permesso portare il corpo a casa, come vuole la tradizione. Certo, tutto questo ha avuto un costo: 10.000 euro, spiega l’uomo di casa (si capisce subito chi è dal piglio sicuro, dal fatto che comanda a bacchetta tutti gli altri). Quello che non è chiaro è come si racimolino 10.000 euro vendendo pentolini di rame. Ma quella è un’altra storia.

Come è un’altra storia quella del fidanzamento del ragazzino, promesso sposto a 15 anni e lasciato dalla fidanzata. Non ha l’aria di essere abbattuto. Forse sa che un fidanzamento rotto vuol dire risarcimento in denaro, un ricco risarcimento per la famiglia.


Daniela de Rosa

Giornalista freelance, fotografa, viaggiatrice, curiosa. Vivo a Londra. Torno spesso a Milano, la mia città.

Related Posts

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *