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Fabrizio Crippa – The Potosì mine, Bolivia

Fabrizio Crippa – The Potosì mine, Bolivia

The Potosì mine, located at an altitude of 4000 metres and created by the Spanish in 1545, produced so much wealth that it became one of the largest in America. It is still active today and more than 10000 people work there every day, many of them minors.

Every day, some 5000 tonnes of ore, including zinc, silver, lead and tin, are mined and sent to the flotation plants, from which minerals are extracted for export mainly to South Korea, Belgium, China and Europe.

The current situation, however, is no longer as profitable as it once was and silver is mined in smaller quantities, giving the miner an average monthly profit of only $300-700.

But the economy is not the only problem.

The locals call the mine ‘the mountain that eats men’: the mortality rate among miners is extremely high. Falls, poison gas poisoning and landslides inside the mine are among the most frequent causes of death along with silicosis, a disease from which no miner can escape.

Despite this, even today, many young people find work in mines because they have no alternative employment or because, as they do not need a degree, they can easily earn money.

LA MINIERA DI POTOSÍ – BOLIVIA

La miniera di Potosì, situata a 4000 metri di altitudine e creata dagli spagnoli nel 1545, produsse tanta ricchezza da diventare una delle più grandi d’America. È ancora oggi attiva e ogni giorno vi lavorano più di 10000 persone, molte delle quali minorenni.

Ogni giorno, circa 5000 tonnellate di minerale, tra cui zinco, argento, piombo e stagno, vengono estratte e inviate agli impianti di flottazione, da cui vengono estratti minerali per l’esportazione principalmente in Corea del Sud, Belgio, Cina ed Europa.

La situazione attuale, però, non è più redditizia come una volta e l’argento viene estratto in quantità minori, dando al miner un profitto medio mensile di soli 300-700$.

Ma l’economia non è l’unico problema.

La gente del posto chiama la miniera “la montagna che mangia gli uomini”: il tasso di mortalità tra i minatori è altissimo. Cadute, avvelenamento da gas velenosi e smottamenti all’interno della miniera sono tra le cause più frequenti di morte insieme alla silicosi, una malattia da cui nessun minatore può sfuggire.

Nonostante ciò, ancora oggi, molti giovani trovano lavoro nelle miniere perché non hanno un’occupazione alternativa o perché, non avendo bisogno di una laurea, possono guadagnare facilmente dei soldi.


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