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Francesco Merella -The mirage of Ethiopian gold

Francesco Merella -The mirage of Ethiopian gold

On one of the last trips to Ethiopia, my friend and guide Asnenafi Demoz told me about a tribe in the northwest of Ethiopia who lived on the proceeds of the search for gold found by digging huge holes along the bed of the Kibishi River along the border with South Sudan.

I decide with my wife Christiane to go, the following year, to visit the area to be able to photograph the members of the Berta tribe who live in the remote region north of Asosa on the border with South Sudan. Ashenafi Demoz organizes the trip for me and finally we are in Addis Ababa. We leave early for Asosa where we arrive after two days passing through Ambo and Nekemte. We arrive in Assosa in the evening and the next morning, having completed the authorization formalities, including those with the Ethiopian army, we head north to the border with South Sudan. We arrive in the evening and camp near the village of Berta.

The village chief gives us his guide to go the next day to the river where the gold diggers work. We get up before dawn and when the sun comes out we are already on the spot. To our great surprise we discover that it is mainly women who do the excavations and sift the ground dug and continuously wet with water with wooden containers to insulate the gold stones.

The men remain in the village to melt the gold and sell it to the merchants with whom, while waiting for the return of the women with the harvest, they discuss and play cards while chewing chats and sipping an alcoholic extract of sorghum. Already at seven in the morning the heat becomes unbearable and around lunchtime we are forced to stop and photograph, while the Berta women continue to dig and sift without even interrupting the family activities to be able to feed their children and manage the organization of work. In the evening we return to the village before the workers and find the men lying under large tents still intent on playing cards and discussing.

The women return with a few specks of gold that are immediately requisitioned by the men and put to melt with those collected the previous day. We go to sleep early tired but satisfied for the fruitful photographic day.

IL MIRAGGIO DELL’ORO ETIOPE.

In uno degli ultimi viaggi in Ethiopia il mio amìco e guida Asnenafi Demoz mi aveva parlato di una tribù del nord ovest dell’Etiopia che viveva con i proventi della ricerca dell’oro trovato scavando delle enormi buche lungo l’alveo del fiume Kibishi lungo il confine con il Sud Sudan.

Decido con mia moglie Christiane di andare, l’anno successivo, a visitare la zona per poter fotografare i componenti della tribù dei Berta che vive nella regione sperduta a nord di Asosa al confine con il Sud Sudan. Ashenafi Demoz mi organizza il viaggio e finalmente siamo ad Addis Abeba. Partiamo di buon ora per Asosa dove arriviamo dopo due giorni passando per Ambo e Nekemte. Arriviamo la sera ad Assosa e la mattina dopo espletate le formalità autorizzative, comprese quelle con l’esercito etiope,  ci avviamo verso nord  al confine con il Sud Sudan. Arriviamo la sera e ci accampiamo nei pressi del villaggio dei Berta.

Il capo villaggio ci da una sua guida per andare l’indomani al fiume dove lavorano i cercatori d’oro. Ci alziamo prima dell’alba e quando spunta il sole siamo già sul posto. Con nostra grande sorpresa scopriamo che sono sopratutto le donne a fare gli scavi ed a settacciare con dei contenitori di legno il terreno scavato e bagnato di continuo con l’acqua per isolare le pietruzze d’oro.

Gli uomini rimangono al villaggio per fondere l’oro e venderlo ai mercanti con i quali, in attesa del ritorno delle donne con il raccolto, discutono e giocano a carte masticando chat e sorseggiando un estratto alcolico del sorgo. Già alle sette del mattino il caldo diventa insostenibile e intorno all’ora di pranzo siamo costretti a fermarci di fotografare, mentre le donne  Berta continuano a scavare ed a setacciare senza nemmeno interromper le attività familiari per poter dare da mangiare ai loro piccoli e gestire l’organizzazione del lavoro. Alla sera ritorniamo al villaggio prima delle lavoranti e troviamo gli uomini coricati sotto delle grandi tende ancora intenti a giocare a carte e discutere.

Le donne rientrano con qualche pagliuzza d’oro che viene immediatamente requisita dagli uomini e messa a fondere con quelle raccolte il giorno precedente. Andiamo a dormire presto stanchi ma soddisfatti per la fruttuosa giornata fotografica.


FRANCESCO MERELLA

Nato a Pattada il 22 maggio 1949, vive a Stintino (SS). Si interessa alla fotografia ed allo studio di culture ed ambienti poco conosciuti. Sito www.fotobest.it

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