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Mariana Rodriguez Barros – A travel to the origins

Mariana Rodriguez Barros – A travel to the origins

“After I finished my daily tasks, I started writing my little message to my unforgettable Tatu. Where I raised my dear children! Who are my jewels. Today I live without hope of living here as I used to.

I come in hurry without even one night sleeping in this room, that peaceful sleep. I see it so dry and sad; it is not the same as before. Although neither it nor I are to blame. My difference is due to age and health. And it was the lack of rain.

Goodbye my Tatu…

I ask God that He’ll let me come for a few more years.

24-8-71, Brazil. Ana Mendes” Written by my grandmother, this thank-you note to Tatu, the farm where she raised her children, was found after her passing.

With these words, where once I called home, begins my literal and symbolic travel to the interior. Amidst the Ipê-trees blossom, a hope for life after the arid winter, the streets covered in pink tints the longing for a time that shall never return. “I live without hope of living here as I used to”, as she wrote.

As we go further, colonial mansions and abandoned train tracks contrasts with the mountains. Surrounded by its beauty we become humble by the vastness of nature and the passage of time. Approaching north, the signs of drought begin to be noticed: the cacti, the leafless branches, the cattle around remaining food. Entering the sertão, an arid region, life’s challenges intensify: “I see it so dry and sad…”

But then it comes the rain, and “when it rains in the sertão” life flourishes. The sunset amidst the mountains takes on new hues as its light reflects off the clouds. Waterfalls come to life. It’s a rebirth.

Hence, I reach my destination: Tatu.

Throughout this journey I was able to understand the strength that shaped my grandmother. Even though we had different lives, her determination and her connection to the land undeniably resonates with me. It represented not only a travel into the past, but a celebration of the present. So, as I say goodbye, I fully embrace her memory.

“Goodbye my Tatu.”

Un viaggio alle origini

“Dopo aver terminato i miei compiti quotidiani, ho iniziato a scrivere il mio piccolo messaggio al mio indimenticabile Tatu. Dove ho cresciuto i miei cari figli! Chi sono i miei gioielli. Oggi vivo senza speranza di vivere qui come una volta.

Arrivo in fretta e furia senza nemmeno una notte di sonno in questa stanza, quel sonno tranquillo. Lo vedo così arido e triste; Non è più lo stesso di prima. Anche se né lui né io siamo da biasimare. La mia differenza è dovuta all’età e alla salute. Ed è stata la mancanza di pioggia.

Addio mio Tatu…

Chiedo a Dio che mi lasci venire ancora per qualche anno.

24-8-71, Brasile. Ana Mendes” Scritta da mia nonna, questa nota di ringraziamento a Tatu, la fattoria dove ha cresciuto i suoi figli, è stata ritrovata dopo la sua morte.

Con queste parole, dove un tempo chiamavo casa, inizia  il mio  viaggio letterale e simbolico verso l’interno. Tra gli alberi di Ipê in fiore, una speranza di vita dopo l’arido inverno, le strade coperte di tinte rosa, la nostalgia di un tempo che non tornerà mai più. “Vivo senza speranza di vivere qui come una volta”, come ha scritto.

Man mano che andiamo avanti, le dimore coloniali e i binari del treno abbandonati contrastano con le montagne. Circondati dalla sua bellezza, diventiamo umili di fronte alla vastità della natura e al passare del tempo. Avvicinandosi al nord, i segni della siccità cominciano a farsi notare: i cactus, i rami spogli di foglie, il bestiame intorno al cibo rimasto. Entrando nel sertão, una regione arida, le sfide della vita si intensificano: “Lo vedo così secco e triste…”

Ma poi arriva la pioggia, e “quando piove nel sertão” la vita fiorisce. Il tramonto tra le montagne si tinge di nuove sfumature quando la sua luce si riflette sulle nuvole. Le cascate prendono vita. È una rinascita.

Da qui, raggiungo la mia destinazione: Tatu.

Durante questo percorso ho potuto capire la forza che ha formato mia nonna. Anche se abbiamo avuto vite diverse, la sua determinazione e il suo legame con la terra risuonano innegabilmente con me. Rappresentava non solo un viaggio nel passato, ma una celebrazione del presente. Così, mentre le dico addio, abbraccio pienamente il suo ricordo.

“Addio mio Tatu.”


Mariana Rodrigues Barros

https://marianarbarros.myportfolio.com

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